Accordo Ats, Asst e Caritas per vaccinare anche persone senza fissa dimora o documenti

Accordo Ats, Asst e Caritas per vaccinare anche  persone senza fissa dimora o documenti

L’Ats Valpadana, accogliendo la sollecitazione di Caritas Crema, nelle scorse settimane ha promosso un incontro operativo per definire una modalità che consentisse la somministrazione del vaccino anti Covid anche a persone senza fissa dimora, richiedenti asilo o non in possesso della documentazione necessaria: ovvero con tessera sanitaria ancora cartacea provvisoria, codice fiscale numerico anziché alfanumerico o senza documento d’identità.

“Questa cabina di regia, creata insieme anche grazie alla pronta disponibilità dell’Asst di Crema – fa osservare il direttore della Caritas, Claudio Dagheti – ha permesso nella prima decade di luglio di vaccinare un’ottantina di persone, che diversamente avrebbero continuato a circolare senza alcuna immunizzazione, con gravi rischi sia per sé che per la comunità.”

“Le somministrazioni, grazie alla disponibilità del personale addetto all’hub dell’ex tribunale – puntualizza Fabrizio Motta, referente dell’area immigrazione della Caritas diocesana – sono state effettuate nella fascia oraria da mezzogiorno alle 14, a gruppi di 10 persone al giorno, in modo da non interferire con l’attività ordinaria del polo vaccinale territoriale.”

E Dagheti, evidenziando con soddisfazione come la “positiva collaborazione costruita con Ats e Asst abbia permesso di garantire il diritto alla salute a persone che spesso vedono i propri diritti calpestati”, tiene a sottolineare che questa interlocuzione promossa da Caritas “ha coinvolto, oltre agli ospiti delle nostre strutture, anche diverse persone seguite da altre realtà e associazioni del territorio, che si occupano di senza fissa dimora o ospitano richiedenti asilo”.

Direttore e referente all’immigrazione, nell’auspicare che questo “possa essere l’avvio di una sinergia costante”, confidano di poter “creare le condizioni tecnico-operative per raggiungere anche i posti dove stazionano i senza fissa dimora, così da consentire l’accesso a unità si strada e altri servizi di bassa soglia”.

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