Anna Maria Micheli, splendida Signora del Pallone, si è diplomata direttore sportivo

Anna Maria Micheli, splendida Signora del Pallone, si è diplomata direttore sportivo

Ora, in realtà il diploma di direttore sportivo, Anna Maria Micheli, splendida, appassionata, competente, genuina e capace Signora del Pallone o calciofila che dir si voglia, beh nel cassetto ce l’ha anni. Da qualche giorno però, ufficialmente, la Figc on line ha pubblicato l’elenco dei diesse ufficiali, quindi …certificati, abilitati, idonei a svolgere la delicata e affascinante mansione all’interno dei club calcistici professionisti italici. E … udite, udite, nella lista protocollata figura pure la brava contabile, o meglio esperta dei conti (nonché di burocrazia) “cannibali” (nel senso che nell’ambito della Pergolettese, tra le varie cosette, ecco la Micheli si occupa pure di contabilità, ndr) Anna Maria, donna innamorata (e ne capisce più di tanti uomini presunti esperti) del football e sportiva nel senso più genuino del termine.

Ah! Particolare non indifferente: se il calcio dilettantistico (ma Eccellenza e Cnd possono definirsi lidi per dilettanti?), ma anche certi aspetti di quello cosiddetto professionistico non spiccano per luminosa brillantezza, fosse animato da donne o comunque persone come la Lady Gialloblù (ovvero Anna Maria Micheli), chissà, magari il pianeta calcistico sarebbe quantomeno più sereno.

Cesare Fogliazza nel frattempo, da vero, infaticabile e capacissimo deus ex machina, sottotraccia, formalizzata la conferma di mister Paolo Curti sta lavorando all’allestimento della rosa agonistica 2017 – 2018. L’obiettivo? Far bene, ma… saggiamente senza compiere il passo più lungo della gamba, che spese folli del resto non portano, alla lunga, da nessuna parte. No?

Anni fa, poco prima di inventarsi il Pizzighettone Champagne e di portarlo poi nell’allora C1, il buon Fogliazza considerava il Campionato nazionale dilettanti come la categoria, appunto dilettantistica, dove i giovani virgulti promettenti potevano fare praticantato e, gli altri meno dotati o fortunati, dovevano lavorare rincorrendo il pallone solo dopo il lavoro. Ecco e se fosse questa la strada da percorrere sul serio, veramente e senza ipocrisie per rifondare il calcio italiano partendo dalle sue fondamenta?

Stefano Mauri

 

 

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