Festa dell’Unità al via… una festa a 5 stelle che sta definitivamente mutando pelle e che lancia la campagna elettorale

Festa dell’Unità al via… una festa a 5 stelle che sta definitivamente mutando pelle e che lancia la campagna elettorale

Eccoci. Volenti o nolenti il via della Festa dell’Unità centrale segna la linea di confine. E’ arrivata anche quest’anno inevitabile la fine dell’estate. Sono le ultime serate di pantaloncini corti, magliette, biciclette… dal 23 agosto al 5 settembre si tiene l’edizione 2016 della festa del Pd. Approfittiamone per fare un po’ di analisi. Sarà una festa da lancio della campagna elettorale per la rielezione a sindaco di Stefania Bonaldi, indubbio. Ci vanno cauti nel pippone di presentazione Matteo Piloni e Omar Bragonzi, rispettivamente segretario provinciale e coordinatore cremasco del Pd. Non ci sono grandi proclami. Ma leggendo tra le righe qualcosa si trova, scrivono i due:

Perché è il lavoro silenzioso, quello che non appare sui giornali e in Tv, il motore per fare della Politica una Buona Politica. Quella politica che c’è, che esiste e che con questa nostra Festa proviamo a far conoscere nel lavoro quotidiano dei nostri amministratori, dei nostri iscritti, dei nostri circoli, dei parlamentari e consiglieri regionali. Quel lavoro che punta solo ed esclusivamente a dare risposte. Proprio come abbiamo fatto per Crema, il Cremasco e tutta la Provincia in questi anni. Proprio come facciamo con questa nostra Festa.

Come dire siamo bravi e belli e anche umili. Le manovre politiche si faranno da tradizione più tra i tavoli dei vari ristoranti che nello spazio dibattiti. Ma i titoli della stampa arriveranno da qua. Vedremo di esserci soprattutto il 31 agosto, serata in cui il sindaco Bonaldi incontro la stampa. Vedremo se qualche domanda pungente alzerà il tono del dibattito. Gli altri incontri sono decisamente meno piccanti. Il primo, ad esempio, parla di mobilità a Crema e vede la coppia Bergamaschi Piloni sugli scudi, con loro il direttore di Autoguidovie e il buon Agostino Alloni. Il resto è a carattere nazionale. Ancor più noioso.

Durante la festa si giocherà anche la campagna referendaria per il referendum sulla riforma costituzionale. Sulla brochure c’è una paginata bella colorata che fa campagna per il Si. Dovrebbe esserci stando alle notizie il banchetto dell’Anpi, che è per il No. Magari qualche scintilla scatta. Daremo un occhiata anche qua.

Un paio di battute vanno fatte sul manifesto. Che è davvero brutto. Non hanno mai brillato per bellezza i manifesti delle feste del Pd di Crema. Ma questo pieno di stelline, con il Movimento 5 Stelle che preme, pare pure di cattivo augurio. Più bello quello della Birroteca, almeno quello visto il programma, fatto da un noto grafico cremasco.

Anche quest’anno niente fuochi di artificio. L’ultima pagina del programma dipinge la serata del 5 settembre come gran finale con esplosione di eventi. Che sarebbero la trecentoquarantesima volte che Paolo Tomelleri suona a Crema, di cui trecentoventi alla festa; la quindicesima presentazione del libro (bello neh) di Paolo Carelli, i burattini per i bambini e i saluti finali. Minchia che esplosione. Sulla perdita di carattere e dimensione della festa abbiamo già discusso negli anni scorsi.

L’impressione è che il declivio della trasformazione da evento unificante a fiera campionaria di paese prosegua. Scorrendo il programma non ci sono grandi sussulti. Non diciamo i cabarettisti, scomparsi dal programma oramai da anni, non diciamo i concerti di grande respiro in birroteca.

Anche qui… ma mettere un gruppo o un autore che attiri qualcosa di più che i giovani hipster costava tanto? Hanno bene da raccontarla i ragazzi trincerandosi dietro l’innovazione e lo svecchiamento ma certe band non avrebbero certo sfigurato e gli avrebbero fatto gioco. Come è che Radio Popolare festeggia il compleanno con Afterhours e Daniele Silvestri, che alla Festa di Radio Onda d’urto sono passati che so Exodus ma anche band italiane come Derozer o Vallanzaska (che comunque a Crema arrivano l’8 ottobre al Paniere).

Chiudendo l’ampia parentesi non diciamo neppure i luoghi epici da aggregazione, anche i ristoranti hanno via via preso una conformazione sempre più commerciale.. Ma almeno lo spirito originario da festa popolare? Quello oramai lo si ritrova, a scampoli, in altre feste. Altri lidi. Detto questo come da tradizione ci vediamo alla festa.

Emanuele Mandelli

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