Giornata mondiale del teatro fu istituita per la prima volta il 27 marzo 1962

Giornata mondiale del teatro fu istituita per la prima volta il 27 marzo 1962

La Giornata Mondiale del Teatro è stata istituita dall’International Theatre Institute e da esperti dell’UNESCO per la prima volta il 27 marzo 1962.

La data coincideva, allora, con la cerimonia di inaugurazione del Teatro delle Nazioni che si svolgeva a Parigi.

Da quel giorno, ogni anno, in tutto il mondo viene celebrata la Giornata Mondiale del Teatro e per l’occasione viene richiesto ad una personalità del teatro, della musica e della cultura in genere di scrivere un messaggio che viene letto nei teatri, nelle scuole, nelle biblioteche, nei luoghi di cultura e di aggregazione in tutto il mondo.

La Giornata Mondiale del Teatro quest’anno è giunta alla 62ª edizione e per l’occasione il messaggio, dal titolo “L’arte è Pace”, è stato scritto dallo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse, e richiama in maniera forte e profonda i valori fondativi del teatro rispetto alla comunità globale, sottolineando il valore pacifico e universale dell’arte.

Di seguito alcuni passaggi del messaggio molto profondo, visto il periodo storico in cui stiamo vivendo:

 

“Ogni persona è unica e, allo stesso tempo, simile a tutte le altre …… Potrebbe sembrare un paradosso: siamo completamente simili e completamente dissimili allo stesso tempo ……. L’arte, la buona arte, riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale. Ci permette di comprendere ciò che è diverso – ciò che è estraneo, si potrebbe dire – in quanto universale.

Così facendo, l’arte supera i confini tra le lingue, le regioni geografiche, i paesi, mettendo insieme non solo le qualità individuali di ciascuno, ma anche, in un altro senso, le caratteristiche individuali di ogni gruppo di persone, ad esempio di ogni nazione.

L’arte non lo fa appiattendo le differenze e rendendo tutto uguale, ma, al contrario, mostrandoci ciò che è diverso da noi, ciò che è estraneo o straniero. Tutta la buona arte contiene proprio questo: qualcosa di estraneo, qualcosa che non possiamo comprendere completamente e che, allo stesso tempo, in un certo senso, comprendiamo …… Questo approccio è esattamente il contrario rispetto a quello dei conflitti violenti ….. che assecondano la tentazione distruttiva di annientare tutto ciò che è estraneo, unico e diverso, spesso utilizzando le invenzioni più disumane che la tecnologia abbia messo a nostra disposizione. C’è il terrorismo nel mondo. C’è la guerra. Questo perché le persone hanno anche un lato animale, spinte dall’istinto di percepire l’altro, lo straniero, come una minaccia alla propria esistenza piuttosto che come un affascinante mistero.

….. l’unicità, le differenze che si possono vedere, scompaiono, lasciando dietro di sé un’uniformità collettiva in cui tutto ciò che è diverso diventa una minaccia da sradicare. Ciò che dall’esterno è visto come una differenza ….. diventa qualcosa da sconfiggere e distruggere.

La guerra è la battaglia contro ciò che risiede nel profondo di ognuno di noi: qualcosa di unico. Ed è anche una battaglia contro l’arte, contro ciò che risiede nel profondo di ogni arte.

….. tutta la buona arte, in fondo, si basa sulla stessa cosa: prendere l’assolutamente unico, l’assolutamente specifico, per renderlo universale. Unire il particolare all’universale, esprimendolo artisticamente: non eliminando la sua specificità, ma enfatizzandola, lasciando risplendere ciò che è estraneo e non familiare.

 

Conclude poi il messaggio in questo modo:

“La guerra e l’arte sono opposti, proprio come lo sono la guerra e la pace. È semplicemente così. L’arte è pace.”

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