Il dottor Attilio Galmozzi: “E’ vero non c’è solo il Covid, ma la sanità pubblica in Lombardia è in sofferenza da anni, così chi ha i soldi si cura, ma gli altri?”
Non c’è solo il Covid, molti affermano: verissima, sacrosanta affermazione. Chi negli ultimi mesi ha tentato di prenotare una prestazione diagnostica o visita ambulatoriale, si scontra però con un sistema che non è in grado di garantire tempi congrui. Solo da oggi è così? No, da molto tempo. Eppure gli enti accreditati sono fioriti come funghi ad ottobre. Ormai, ad esempio, in Lombardia il pubblico rappresenta il 51% del totale del “mercato” (mi viene lo schittone a scriverlo ma così ormai si dice) e il 49% è rappresentato dal privato accreditato. Eppure quanti si sono sentiti dire in questi anni: “Mi spiace, il primo posto disponibile per una Risonanza Magnetica, un’ecografia, una visita è tra 3-6-12-24 mesi”. Il Covid in questa storia ha ben poco a che fare. Mancano i medici di medicina generale, sempre più depauperati di strumenti adeguati, mancano medici, mancano infermieri, manca personale. Eppure quel modello venduto come vincente è un fallimento totale.. non da oggi, ma da tantissimo tempo.
Succede questo, ad esempio: Regione Lombardia ha dato mandato di incrementare del 110%, le prestazioni ambulatoriali rispetto alle prestazioni preCovid, ovvero rispetto alla produzione del 2019. Succede, ad esempio, che i cardiologi devono fronteggiare un incremento importante di prestazioni dalle 8:30 alle 14:30, infilandoci dentro tra prenotati e urgenti 23-25 pazienti a seduta. In sostanza fai in tempo a raccogliere l’anamnesi e tanti saluti. Con un numero di medici che in vent’anni è calato del 30%.
Ma davvero ci stupiamo ancora? È proprio vero, porca vacca: chi ha i soldi si cura, che non ce li ha, si … a voi la rima!
Così postò via social, nelle scorse ore, il dottor Attilio Galmozzi, medico in servizio presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Crema.
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