Domenica è la classica serata da pizza per gli italiani. Ogni tanto lo è anche per me. Domenica scorsa poi toccava mangiare la pizza fuori per il compleanno di un parente. Passo nel pomeriggio in via Pesadori per prenotare un tavolo, la pizzeria La Delizia non è male. E’ tranquilla e centralissima, la pizza è molto buona. Amaramente scopro che ha chiuso i battenti. Pochi mesi fa aveva chiuso un altro storico locale del centro: l’Isolabella di Alfonso Amatruda (il mio primo luogo di lavoro), al suo posto un locale giapponese. Prima ancora aveva chiuso, con annesso scandalo giornalistico, quella di piazza Duomo Le Comari.

Inizio a chiedermi dove posso andare a mangiare una pizza senza allontanarmi troppo. Ebbene all’interno della cerchia muraria c’è una sola pizzeria, storica anch’essa. Un altro paio appena fuori. Poi si va in periferia.

Per prendere una pizza e portarla a casa senza spostare l’auto dovrei prenderla dal kebabbaro in piazza Garibaldi. Nulla contro i kebabbari, avevamo anche fatto una mappa dello street food. Ma se voglio un kebab vado dal kebabbaro, ma una pizza?

E’ un discorso particolare quello dell’identità culturale del cibo. Un discorso che spesso viene affrontato a sproposito, tipo con le ordinanze per tenere i kebabbari fuori dal centro cittadino. Lo abbiamo sfiorato quando ci siamo trovati a discutere della possibilità dell’insediamento di un fast-food in piazza Duomo. Tutti a dire: Dio mio no, noi per primi. Soprattutto per il fatto che si sarebbe trattato non di una paninoteca autoctona, ricordo le code al mitico Break-time di via Racchetti, che negli anni ’80 faceva il verso al Burghy, che a sua volta faceva il verso a Mc Donald’s che ancora in Italia non era sbarcato.

Ma dicevamo della pizza. Lo street food per eccellenza, ma anche la soluzione accettabile per chi vuole uscire a mangiare ma non vuole andare al ristornate. Come street food ci siamo, di pizzerie al taglio qualcuna ce n’è, anche se la crisi ha colpito anche qua (e anche se tanti ricordano con deliziato orrore la storica Bottega della Pizza di via Mazzini).

Insomma Sussurrandom spezza una lancia, e fa una crociata, per il cibo Italiano più diffuso nel mondo. Quello che più si adatta alle culture internazionali, gli americani pensano che la pizza sia un copyright di Pizza Hut… Apriteci una pizzeria in centro.

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