Quelle quattro note hanno colpito l’immaginario di tutti. Una frase musicale semplice: si bemolle, fa, sol, mi. Detta così dirà forse poco. Ma sono le 4 note che marchiano come un segno distintivo Shine oh you crazy diamond, spina dorsale di Wish you were here, nono album del Pink Floyd, capolavoro assoluto che uscita, oggi, 40 anni fa.
Il 12 settembre del 1975 io avevo 4 anni. L’avrei sentito qualche anno dopo quel disco. Approssimativamente nell’autunno del 1987. Sedici fottuti, splendidi, terribili, dimenticabili, anni. Un primo amore adolescenziale nelle gambe, nel cuore e via… anche nei fianchi. Un amore non corrisposto, ovviamente, credo anche mai dichiarato del tutto.
Era bello starle accanto schiacciati in una Renault 5 nera, la macchina del fratello maggiore. In 5 nel nulla della bassa padana. Io ero il più piccolo del gruppo. C’era il fratello maggiore di Lei alla guida, la gia moglie di lui sul sedile posteriore con me e la sorellina e l’amico più grande e pinkfloydiano sul sedile anteiore del passeggero.
Sulla macchina c’erano in quelle sere solo due cassette. Rumors dei Fletwood Mac e Wish you were here dei Pink Floyd, che girava a ripetizione mentre l’auto scivolava nel nulla in cerca di qualcosa che nessuno in quell’epoca avrebbe trovato mai. Nel buio profondo delle strade della bassa padana negli anni ’80.
E sentivo le 4 note e poi tutto il profluvio delle altre mille note che componevano la suite dedicata a Syd Barret e divisa in due parti che tenevano la maggior parte dello spazio del disco. E mi batteva il cuore sentendo Lei schiacciata sul mio corpo, stare in tre sul sedile posteriore di una utilitaria anni ’80 portava a convivenze forzate, spesso sgradevoli, alle volte piacevoli.
Non successe mai nulla. Anzi Lei, che aveva un anno e mezzo più di me, pochi mesi dopo appena maggiorenne avrebbe sposato un amico. Non l’avrei più rivista. Se non un paio di volte qualche anno dopo, triste, ingrassata, con i brufoli. Bruttarella. O forse così la volevo vedere io per digerire di non essere stato scelto.
Di certo avrei scelto quel disco come uno dei capisaldi musicali della mia vita. Oggi, 40 anni fa, usciva. Non starò a raccontarvi le curiosità, la genesi, la storia. Per quello bastano e avanzano gli articoli usciti tra ieri e oggi o la pagina di Wikipedia a lui dedicata. Me lo riascolterò stasera, come un buon vino invecchiato, pulendo il vinile e ricordando ancora quelle notti che scorrevano e quelle 4 note.
Emanuele Mandelli