Ospedale 1, Rifondazione: difendiamo l’ospedale di Crema e il diritto alla salute

Ospedale 1, Rifondazione: difendiamo l’ospedale di Crema e il diritto alla salute

Il tema dell’autonomia dell’ospedale di Crema è sentito. Stamattina pubblichiamo tre documenti in successione sul tema. Iniziamo con il testo del volantino che la sezione cremasca di Rifondazione Comunista distribuirà davanti all’ospedale stamattina dalle 9.00 alle 12.00.

Tagli alla sanità pubblica.

La legge di stabilità 2015 varata dal Governo Renzi prevede un taglio di 2,35 miliardi della spesa sanitaria.

Questo taglio si aggiunge a quelli effettuati negli scorsi anni, calcolati dalla Corte dei Conti nell’ordine di 30 miliardi a partire dal 2010.

Una massiccia riduzione della spesa che grava soprattutto sulla sanità pubblica e sui cittadini costretti a pagare ticket sempre più salati, mentre la sanità privata ha continuato indisturbata a assorbire risorse nonostante gli innumerevoli scandali e ruberie.

Il Governatore Maroni chiama, il Direttore Generale risponde.

La Regione Lombardia ha deciso il ridimensionamento e la perdita dell’autonomia gestionale dell’Ospedale di Crema accorpandolo a quello di Cremona e Mantova, Il Direttore Dott. Luigi Ablondi, rispondendo prontamente al desiderio del suo datore di lavoro, ha messo a punto un piano che prevede l’abbandono e la chiusura di importanti dipartimenti e reparti di degenza.

Con la perdita dell’autonomia si perdono i seguenti servizi:

  • Radiologia – laboratori di analisi – centro trasfusionale – laboratorio di anatomia patologica – pronto soccorso rimodulato per fasce orarie in rapporto al numero effettivo degli accessi.
  • Fortemente a rischio: otorinolaringoiatria, ostetricia, gastroenterologia, cardiologia, oncologia.
  • Sono a rischio anche parte dei 1300 posti di lavoro del personale medico e paramedico oltre a quelli dei lavoratori dell’indotto e dei servizi.

Diamo per scontato che l’ospedale penalizzato dai tagli alla spesa di Renzi e dalla controriforma Maroni non riuscirà a fornire le prestazioni e le cure necessarie ad una popolazione di 163.000 residenti nel distretto cremasco, popolazione che sta invecchiando e pertanto cronicizzando le patologie; a questo punto come in un brutto film già visto, arriveranno le convenzioni con le strutture private, magari gestite dagli amici dei politici della Lega, di Comunione e Liberazione e del centrodestra.

La decadenza dei servizi al territorio.

In questi anni i cittadini del Cremasco sono stati trattati dai Governi nazionali e Regionali come cittadini di serie B, sono stati scippati al territorio servizi importanti quali: le sedi di Telecom ed Enel, il Tribunale, alcuni uffici postali ed ora si vorrebbe spogliare l’ospedale riducendo, fino quasi ad annullarla, la possibilità di cura per gli abitanti.

E’ una deriva inaccettabile, che solamente la mobilitazione popolare può arrestare; siamo pronti a dare il nostro contributo al fianco dei cittadini e dei Sindaci.

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