Ora il problema non è tanto il leader leghista (o chi per lui) di turno che le spara grosse (un po’ di moderazione non guasterebbe comunque) sulla moschea e sulla sicurezza (tematica questa non riconducibile alla responsabilità diretta del sindaco), il politico demagogo in fondo fa il suo mestiere, il vero inghippo è che qualcuno gli dia retta.
Ciò detto, chi legge queste colonne, sa come la penso (ammesso possa fregare a qualcuno) e il mio pensiero è il seguente, lo ribadisco: sarebbe ora e momento che la politica (una parte ad onor del vero già lo fa) si occupasse con la guardia alta e il massimo pragmatismo di economia e lavoro. Più o meno un anno fa, ahimè all’indomani della messa in crisi della Danone, l’attuale assessore (giunta Bonaldi) Attilio Galmozzi, a ragion veduta iniziò a parlare di istituire un tavolo, chiamatelo un po’ come volete, sull’emergenza lavoro. Ecco che fine ha fatto tale idea?
Dov’è finita la bella Politica del Fare? Servono, per dirla all’Antonio Grassi (voce acuta e mai banale) i cosiddetti “Stati Generali” sull’economia per prevenire i casi Koch (accorrere dopo che i buoi sono scappati dalla stalle non serve a nulla), per venire incontro alle esigenze dell’industria, dell’impresa, dell’artigianato, dell’agricoltura e del commercio. Avanti di questo passo il Granducato si spegnerà e la situazione economica non consente di dormire sonni tranquilli. Viviamo i tempi del pragmatismo, ideologie e bandiere suonano stonate.
Stefano Mauri