Quindi da una parte il dramma dei profughi, migranti (chiamateli come volete), dall’altra parte l’esigenza dello stato, attraverso le prefetture, di arginare l’emergenza trovando asilo ai “disgraziati” in fuga e dall’altra il profumo di business di quanti hanno le strutture da mettere a disposizione dei migranti.
E nel mezzo? Nel guado ci sono per esempio il buon sindaco di Chieve Bettinelli (ma domani capiterà a un altro) informato, o meglio, non informato dei fatti a giochi fatti e lo psicodramma (occhio però alle esagerazioni) della sua collettivita’. Come evitare altri casi simili a quello di Chieve?
Innanzitutto il Prefetto di turno dovrebbe dialogare con i vari sindaci sul territorio, poi bisognerebbe individuare apposite aree da destinare, temporaneamente ai profughi, dulcis in fundo questi, così per entrare subito in sintonia con la gente che li ospita, beh potrebbero dedicarsi a qualche lavoretto di pubblica utilità’. A proposito che ne pena il Ministro Alfano dell’affaire Chieve?
Stefano Mauri