Quando la moschea di via Mazzini finì al centro di una operazione da servizi segreti

Quando la moschea di via Mazzini finì al centro di una operazione da servizi segreti

Erano circa le 5.30 quando sono entrati in camera, stavo dormendo. Mi hanno strappato dal letto e mi hanno fatto sdraiare per terra, proprio li”, non è l’inizio di un romanzo noir ma l’attacco di un articolo che si intitola Sono entrati armi in pugno, il racconto del blitz notturno fatto a Crema dai carabinieri all’interno dell’operazione Venti Tranquilli, operazione che ha messo nel mirino gli integralisti islamici.

No, Sussurrandom non sta anticipando questa bomba. Questa è una retronotizia. La data del pezzo è infatti: 12 giugno 1998 (cliccando sulla data potete vedere la pagina integrale). Apertura delle pagine di Crema del quotidiano La Provincia, firma Antonio Grassi. L’attuale sindaco di Casale Cremasco si ricorda di quel pezzo, “andai in quella casa a parlare con loro”, l’indirizzo è famoso: via Mazzini 103.

Il pezzo racconta anche come è nata la moschea di via Mazzini, quella che tutti dicono non essere mai stata al centro di casi di cronaca. I due tunisini che avevano preso in affitto un appartamento chiesero poi delle altre stanze in affitto per un centro culturale islamico, in realtà l’appartamento venne usato da subito come moschea. Come finì l’operazione Venti tranquilli? “Non se ne seppe più nulla, roba da servizi segreti”, conclude Grassi.

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