Abbiamo parlato ieri del rischio di chiusura della rete Bibliotecaria Cremonese. L’allarme lanciato dal presidente Pierguido Asinari era chiaro. Ma forse non è ben chiaro quali saranno le reali ricadute sul territorio della fine del progetto, che è partito come idea sin dal 2000, ricordava ieri su Facebook l’ex assessore alla cultura della provincia di Cremona Marco Dossena.

Iniziamo con il primo e più immediato riguardante il cremasco. RBC in questi anni ha gestito in prima persona le aperture delle biblioteche di Agnadello. Credera Rubbiano, Casaletto Vaprio, Salvirola, Genivolta, Palazzo Pignano e Rivolta d’Adda (questa parzialmente). Questi comuni, visto lo stato di crisi della rete, da metà gennaio sono scoperti.

Si tratta di biblioteche dove negli anni si è fatto un grande lavoro umano, creando non solo cataloghi e proposte, ma aggregando attorno ai biblioteche e bibliotecari molto spirito di comunità. Per mantenere le aperture di queste biblioteche da metà gennaio dovranno provvedere i comuni. E visti i chiari di luna non è detto che si possano reperire fondi per mantenere i servizi attivi.

RBC ha avvisato da tempo della sospensione del servizio e ha consigliato ai comuni di individuare personale almeno per i primi 4 mesi dell’anno, in attesa di capire quale sarà il futuro della rete. Stando alle voci di corridoio che circolano tutti i comuni citati hanno espresso l’intenzione di farsi carico delle loro biblioteche per questi mesi di sospensione.

Certamente la cosa comporta più di un problema. Il servizio gestito in toto da RBC permetteva ai comuni di evitare di fare bandi e gare per l’assegnazione dei posti, permetteva di avere una sola cooperativa che gestiva tutte le sale, per cui dei costi ridotti visto la mole di lavoro, permetteva la circolazione del personale in caso di malattia o altri problemi.

Insomma ci saranno tempi tecnici per reperire il personale, costi aumentati ed il rischio di doversi affidare in toto al volontariato, che è una cosa stupenda ma non può farsi carico al 100 per 100 della gestione di una biblioteca.

Insomma un grosso problema. A cui va ad assommarsi anche il fatto che in questo 2015 RBC avrebbe dovuto iniziare a farsi carico dell’apertura anche di altre biblioteche del territorio, come Vailate e Monte Cremasco. Comuni che sono in attesa di capire cosa succederà alla rete.

RBC è infatti l’unica struttura che opera a livello provinciale coinvolgimento tutti i comuni del territorio erogando servizi di coordinamento e governo del territorio esattamente nello spirito della normativa che spinge i comuni a spostare a livelli superiori la gestione e organizzazione dei servizi. Insomma un esempio concreto, ed unico da noi, della tanto chiacchierata area vasta, con quote associative davvero contenute, che vanno da 0.35 a 0.50 centesimi per abitante.

Tra parentesi, ultima notazione, era perfettamente in linea con i dettami dell’Agenda digitale del governo Renzi, favorendo l’accesso alla rete e all’informazione attraverso le biblioteche. Sappiamo bene quanto, soprattutto in alcune zone, le biblioteche siano diventate dei veri punti di riferimento e unici presidi sociali.

Emanuele Mandelli

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