Sanremo 2019, la prima serata. Altro che Assante e Castaldo. Le pagelle di Emanuele

Sanremo 2019, la prima serata. Altro che Assante e Castaldo. Le pagelle di Emanuele

Una prima serata monstre per Sanremo, terminata a tarda notte a cui è seguito pure un dopofestival proseguito praticamente fino all’alba. Iniziamo dalle pagelle.

  • Francesco Renga, Aspetto che torni. Il duro compito di aprire la serata al bresciano. Canzone un po’ di mestiere e senza un ritornellone. 4
  • Nino D’Angelo e Livio Cori, Un’altra luce. Canzone dalle grandi potenzialità se ascoltata di più. Vedremo nel corso delle serate. Per ora 5,5 sulla fiducia
  • Nek, Mi farò trovare pronto. Tiene il palco bene, nulla da dire. La canzone è un elettrorock di ottima fattura ma senza grandi picchi. Ma crescerà. Per ora 6
  • Zen Circus, L’amore è una dittatura. Non si snaturano. Un pezzo marziale, senza ritornello e con una scenografia adatta. Probabilmente ha lasciato basito il pubblico tradizionale. Ma a noi Appino e soci piacciono da sempre. Un bell’8.
  • Il Volo, Musica che resta. La svolta rock dei tre tenorini fa quello che deve. I chitarroni sulla lirica incuriosiscono. Non sono i Manowar, va bene. Ma l’operazione regge. Incredibilmente 6
  • Loredana Berté, Cosa ti aspetti da me. Lory vascheggia, nel senso che fa la vasco al femminile, infatti il pezzo è di Curreri. Sfoggia delle gambe da capogiro e una forma strepitosa. Se li mangia tutti. Voto 8
  • Daniele Silvestri con Rancore, Argentovivo. Silcestri si prende gli Afterhours al completo. Agnelli cofirma e ci sarà nel duetto, Gabrielli dirige e Rondanini al centro del palco suona la batteria. Una sorta di uomo col megafono 2.0. rap antelitteram è giusto che abbia Rancore a sottolineare. Bella. Voto 8
  • Federica Carta e Shade , Senza farlo apposta. Non fanno nulla di eclatante ma lo fanno bene. Rap leggero e ritornello da radio e discretamente killer. Voto 6,5
  • Ultimo, I tuoi particolari. Sarà il candidato alla vittoria ma ci è parso un po’ bolso, stile Elvis a Las Vegas. Nulla una delusione, ballata classica e sanremese. Voto 4,5
  • Paola Turci, L’ultimo ostacolo. Bella, brava, con una scollatura inguinale che fa il suo lavoro. Canzone però un po’ debole rispetto a quella dello scorso anno. Voto 5,5.
  • Motta, Dov’è l’Italia. E nulla. Una bella canzone. Un po’ indeciso all’inizio e un po’ impacciato senza chitarra. Chi dice un Ermal Meta più magro sottolinea solo la somiglianza fisica. Nel suo stile con ritornello reiterato. Voto 8.
  • Boomdabash, Per un milione. Reggae pop da spiaggia che ci sfracasserà i maroni fino all’estate. Quelli che canterai senza redertene conto mentre di notte vai a pisciare. Voto 6,5
  • Patty Pravo e Briga, Un po’ come la vita. Sarà per il problema iniziale. Ma boh. Un pezzo debole, impalpabile. Senza nessun mordente. Voto 3
  • Simone Cristicchi, Abbi cura di me. Devo risentirla. Mi è parsa troppo teatrale e drammatica. Ma lui è sempre bravo. Per ora 6 di fiducia.
  • Achille Lauro, Rolls Royce. Chi si aspettava la trap e l’autotune rimane deluso. Pezzo cazzaro, pieno di citazioni pop. Con la chitarrrina sul palco. Pare Syd Vicious che prende per il culo Sinatra nella versione scalcagnata di My way. Geniale. Voto 9
  • Arisa, Mi sento bene. Aspettavo Arisa solo per le tette. Invece vestita da infermiera spiazza tutti. Inizio e fine stile musical e porzione centrale stile Matia bazar moderni. Voce della madonna. Voto 7.
  • Negrita, I ragazzi stanno bene. Nessun effetto speciale per la band sempre più stoniana. Solo una canzone nel loro stile che farà il suo effetto in scaletta ai concerti. Voto 7,5.
  • Ghemon, Rose viola. Il pezzo è bello. Ma si capisce solo per ora. Emozionato e un po’ stonato. Ma ha una classe immensa. Voto 7,5.
  • Einar, Parole nuove. Sono i giovani a fare la canzoni classiche sanremesi. Quelle terribili. Voto 2.
  • Ex-Otago, Solo una canzone. Boh. Grandi aspettative per gli esponenti dell’indie. Ma deluisione. Da risentire. Per ora voto 5.

 

Da qui in poi inizio a sentire la stanchezza e a sonnecchiare. Quidi prendete con le pinze sti voti

  • Anna Tatangelo, Le nostre anime di notte. Meldia leggera scritta su di lei. Voto 5
  • Irama, La ragazza con il cuore di latta. Ricca di trovate per impressionare. Da podio. Voto 6
  • Enrico Nigiotti, Nonno Hollywood. Semplice e immediata. Crescera. Voto 6
  • Mahmood, Soldi. Bravo e coraggioso a portare la trap così come è senza edulcorare. Sorpresa. Voto 6,5

Emanuele Mandelli

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