Short Story, Dorotea

Short Story, Dorotea

Neofiti di fronte alle potenzialità del grande strumento chiamato Internet, siamo caduti in tentazione e a essa ci siamo abbandonati con “giovanile” spensieratezza, incuranti degli ammonimenti di ben più saggi navigatori: è stata un’estenuante full immersion nel mondo proibito del Kamasutra, supportata da dosi industriali di zabaione.

Soddisfatta la morbosa curiosità (per sfinimento), abbiamo creduto che si fosse anche esaurita la spinta propulsiva della pornografia. E invece no! Perché nascosto da qualche parte del mondo hard c’è un figlio di puttana che ha registrato tutta quanta la nostra misera inclinazione di guardoni e l’ha segnalata alle colleghe (e colleghi) della suddetta figura materna. Risultato: almeno una volta al giorno sulla casella postale arriva un invito erotico. Esempi? A vagonate: Due donne hanno visto il tuo profilo e vorrebbero conoscerti; Contatti casuali; Incontra il tuo amore senza pudore; Flirta e divertiti; Nancybaby t’invita sul suo spazio Amici, e via di questo passo.

Non c’è niente da fare, vita natural durante (e magari anche dopo) rimarremo nella misteriosa memoria di Internet in qualità di porconi frustrati. È proprio vero, chi è causa del suo male pianga se stesso, e mentre ci soffermiamo sconsolati su quest’ultima riflessione, arriva un messaggio da parte di Dorotea, che propone cose innominabili.

Ps. Dorotea significa “dono del Signore”. Mi sa che qualcuno ci sta pigliando per il culo.

Beppe Cerutti

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