Speranza, utopia, sono intelligenza avanzante, ricordando Ernst Bloch

Speranza, utopia, sono intelligenza avanzante, ricordando Ernst Bloch

Il 4 agosto del 1977 scompariva Ernst Bloch, il filosofo dello spirito dell’utopia. Siccome Sussurrandom è una piccola utopia vogliamo ricordarlo in vista dell’anniversario.

Anche se la speranza non fa altro che sormontare l’orizzonte, mentre solo la conoscenza del reale tramite la prassi lo sposta in avanti saldamente, è pur sempre essa e soltanto essa che fa conquistare l’incoraggiante e consolante comprensione del mondo, a cui essa conduce, come la più salda ed insieme la più tendenzialmente concreta. […] L’importante è imparare a sperare. Il lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire. […] Contro l’aspettare è d’aiuto lo sperare. Ma non ci si deve solo nutrire di speranza, bisogna anche trovare in essa qualcosa da cucinare. […]  L’utopia concreta sta all’orizzonte di ogni realtà; la possibilità reale circonda fino alla fine le tendenze-latenze dialettiche aperte, l’utopia non è fuga nell’irreale, è scavo per la messa in luce delle possibilità oggettive insite nel reale e lotta per la loro realizzazione

Ernst Bloch, Il principio speranza

Ernst Bloch (Ludwigshafen, 8 luglio 1885 – Tubinga, 4 agosto 1977) è il grande filosofo dello “spirito dell’utopia”, del “principio speranza”, dell’”ortopedia del camminare eretti” (per citare alcuni titoli ed espressioni delle sue opere che sono altrettante proposte di riflessione e di lotta per la dignità umana); la sua riflessione e la sua testimonianza (come quelle – ad un tempo in tensione dialettica e complementari – di Guenther Anders e di Hans Jonas, di Hannah Arendt e della scuola di Francoforte, delle opere più aggettanti di Karl Korsch e di Gyorgy Lukacs) apportano decisivi contributi all’elaborazione di una teoria e una prassi politica della nonviolenza in cammino adeguata alla situazione presente, che costituisca un progetto di alternativa economica, politica e culturale capace di fondare qui e ora una società liberata e solidale che sappia riconoscere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la piena, consapevole, responsabile difesa della biosfera.

Tra le opere di Ernst Bloch ricordiamo: “Spirito dell’utopia” (La Nuova Italia, Firenze); “Thomas Muenzer, teologo della rivoluzione” (Feltrinelli, Milano); “Tracce” (Garzanti, Milano); “Soggetto-oggetto” (Il Mulino, Bologna); “Il principio speranza” (Garzanti, Milano); “Diritto naturale e dignità umana” (Giappichelli, Torino); “Ateismo nel cristianesimo” (Feltrinelli, Milano); “Il problema del materialismo; Experimentum mundi” (Queriniana, Brescia).

Tra le opere su Ernst Bloch in italiano invece si vedano almeno gli studi di Italo Mancini, Stefano Zecchi, Remo Bodei, Giuseppe Cacciatore, Giuseppe Pirola, Laura Boella, Laennec Hurbon; si veda anche il fascicolo monografico di “Aut aut”, n. 173-174, settembre-dicembre 1979, dal titolo “Eredità di Bloch”. Come è noto, in viva relazione con l’opera di Bloch è quella di Juergen Moltmann, “Teologia della speranza” (Queriniana, Brescia), così come le opere della teologia della liberazione fin dal testo eponimo di Gustavo Gutierrez, “Teologia della liberazione. Prospettive” (Queriniana, Brescia). Tra molti altri autori la cui riflessione ha un profondo rapporto dialettico con quella blochiana su temi cruciali segnaliamo anche almeno l’indimenticabile Ernesto Balducci.

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