La polemica estiva della Città Giocattolo? Il futuro del mercato Austroungarico. Maggioranza e minoranza se le cantano di santa ragione su quello che andrebbe fatto, quello che è stato fatto, quello che bisognerebbe fare, quello che…. Insomma lo state leggendo ogni giorno sulla stampa seria e proseguirete a leggerlo anche nei prossimi giorni. La polemica non sta scemando, anzi sta prendendo fuoco e le promesse piogge non sembrano in grado di smorzarla.

Personalmente ho spesso seguito le vicende del mercato, e di tutto il complesso della piazza. Insomma è un nodo centrale della vita culturale cittadina. Di idee nel corso degli anni ne sono state buttate in campo tante, tantissime. Io rimango sempre convinto che la più bella e geniale è anche la più rivoluzionaria.

In sintesi: chiusura al traffico della piazza, recupero dell’ansa di piazza finita chiusa dal muretto che si trova sul lato rivolto verso piazza Duomo, spostamento del monumento dei Caduti in quello spiazzo, riqualificazione dell’Austroungarico come sala polivalente aperta, o chiusa solo da vetrate ma non annessa al San Domenico e per finire, last but not least, recupero definitivo dell’auditorium Cavalli che sta cadendo a pezzi e che è un gioiello, da utilizzare per concerti, mostre e altri eventi, magari pensando ad un apertura permanente alle associazioni.

Sogno? No sono desto. Ma so benissimo che questa soluzione è quasi impraticabile per le decine di interessi che si incrociano sui destini della piazza che potrebbe essere il salotto della città ma che è allo stato attuale un limbo tra vivibilità e traffico.

Quantomeno per fortuna il vandalismo reiterato che veniva perpetrato sotto le arcate del mercato austroungarico è stato arginato con l’installazione di videosorveglianza. Ma passare sotto le arcate del mercato e guardarlo morto e abbandonato fa tristezza. Salvo poi sbucare davanti alla porta del Cavalli sprangata e deteriorata e pensare che tutto potrebbe essere diverso.

La storia del Cavalli l’ho a cuore da alcuni anni. Molto prima della realizzazione del video che vi ripropongo e che ne racconta la storia, e il nodo irrisolto. Se ne discusse molto sulla mia pagina Facebook più di due anni fa, prima delle elezioni che hanno portato Stefania Bonaldi sullo scranno del sindaco della Città Giocattolo. Discussione sterile? Ma no. Tanti spunti. Pur se irrealizzabili.

Per il futuro del Cavalli, che ricordiamo è una proprietà privata, non so cosa pensare. Non saprei dire se il comune potrebbe avere le risorse per accollarselo e riqualificarlo. Magari qualche bando regionale o nazionale per il recupero di  luoghi abbandonati.

Lancio la proposta. Ogni anno il Fai, il fondo per l’ambiente italiano, fa un mega referendum in rete per i luoghi del cuore. I luoghi che hanno caratterizzato la storia della nazione ma sono stati dimenticati. E se al prossimo giro votassimo tutti in massa per l’auditorium Cavalli? Magari se si piazzasse in buona posizione in un evento che ha risonanza nazionale si tornerebbe a parlarne. No?

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