Carrambata: la Gazzetta intervista Calcutta e lo fa parlare col suo idolo Hubner

Carrambata: la Gazzetta intervista Calcutta e lo fa parlare col suo idolo Hubner

Che Crrambata: la Gazzetta dello Sport nei giorni scorsi ha intervistato il cantante  Calcutta (è bravo e meritava il Festival di Sanremo, vero Emanuele Mandelli?) e lo fa parlare col suo idolo Dario Hubner, cremasco d’adozione ed ex centravanti giramondo. Ecco il pezzo:

 

 

 

Calcutta in Gazzetta. In sala interviste, chi scrive gli passa il cellulare. Lui basito: “Pronto, chi è?”. “Ciao Calcutta, sono Dario, Dario Hubner. Ti volevo fare i complimenti per la tua musica, e ringraziarti per la canzone”. E lui, intimidito: “Ma no dai. Ciao bomber è bello sentirti! Dobbiamo conoscerci di persona però, ok?”. “Sì, dai. Mi piacerebbe regalarti la mia maglia”. “Di quale squadra?”, “Mah, il Brescia la duplica ancora. Può andar bene?”. “Certo Bomber!”. La sorpresa a Edoardo D’Erme detto Edo in arte Calcutta è riuscita: 1-0 e palla al centro. Classe 1989, di Latina, è lui l’esponente di spicco della scienza ItPop (un tempo Indie). Un cantautore col tocco magico.

Tre dischi all’attivo (Forse…, Mainstream, Evergreen) tutti strapremiati e stravenduti, Calcutta è in questo periodo in tour con la sua band e tutte le date sono praticamente sold out: il 21 gennaio è stato al Mediolanum Forum di Milano; poi eccolo a Bologna (23); Bari (25); Napoli (26) Roma (5-6 febbraio), Acireale (9). Schivo, sarcastico, sempre con la voce bassa, il “Cassano della musica italiana” (parole sue) s’accende se può parlare di calcio “in campo mi metto davanti alla difesa, ho piedi buoni alla Pirlo”, ma si nasconde se gli si chiede del Fantacalcio “sono troppo scaramantico.

Ma i pagellisti della Gazzetta li vorrei incontrare, per polemizzare”. D’altra parte, il calcio è materia da cui Calcutta trae ispirazione. Oltre alla canzone dedicata all’ex attaccante di Cesena, Brescia (qui ha giocato con Baggio e Guardiola) e Piacenza (capocannoniere nel 2001-02 assieme allo juventino Trezeguet), ne aveva scritta un’altra: Frosinone in A. “Mi piacciono i personaggi talentuosi ma umani. Che sciolgono il cuore”.

Come le è tornato in mente Hubner?

“Noi passiamo serate e serate a chiederci: Tee looo ricordiii (così, a mo’ di cantilena, ndr) quel difensore… come si chiamava? E poi: Te looo ricordiii quel portiere? E quell’attaccante? E cacciamo fuori sempre dei nomi assurdi. Insomma, una sera è uscito Hubner, ma a dire il vero il suo nome mi è sempre girato in testa. Poi qualche tempo dopo, a Sperlonga, mi sono messo a leggere la sua storia, il suo gran rifiuto alla Premier League per andare a Piacenza ed essere così più vicino alla moglie che stava a Crema. Eh niente, ho pensato a queste cose e ho scritto la canzone”.

Di lui, l’ex presidente del Brescia Corioni disse: “Senza grappa e sigarette sarebbe il numero 1″…

“La canzone vuole essere il mio personale tributo a una persona di valore e di spessore”.

È vero che le ha scritto il figlio di Hubner?

“Sì, il giorno che è uscita la canzone. Era felice. E stupito. E mi ha detto: ‘Ora lo dico a mio padre, grazie davvero'”. 

Il resto del pezzo QUI

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