L’assenza di Marco, mia figlia e Shanghai, Marco Bruco Ferri racconta il ritorno degli Sos

L’assenza di Marco, mia figlia e Shanghai, Marco Bruco Ferri racconta il ritorno degli Sos

Quanto è difficile tornare vent’anni dopo?Ma per nulla difficile e bellissimo, è come fare l’amore con una donna che hai amato tanto e che dopo tanti anni ritorna, l’alchimia c’è sempre”. Marco Ferri, alias Bruco, come si fa da sempre chiamare, battezza con una immagine perfetta il ritorno sul palco degli Sos.

Quello che ci aveva sempre fermati era l’assenza di Marco”. Ed è ovvio. Marco Manai era il bassista della band, ma non un bassista normale di quelli un po’ defilati che pensa solo al ritmo delle canzoni, no lui dava il ritmo alla vita della band: “era il mio alterego sul palco, aveva un modo particolarissimo di suonare oltre ad essere con me il coautore dei nostri pezzi”.

Insomma era difficile superare il lutto della scomparsa tragica di Marco, tanto che in pochi avevano pensato di rivedere la storica band che negli anni ’90 infiammò il rock italiano salire su un palco a proporre quei brani che in quegli anni cantavamo tutti. Ma nel rock le storie belle sono sempre dietro l’angolo.

Lo abbiamo detto. Il gruppo torna sul palco venerdì sera, 20 marzo sala interrata del Beat di via Gramsci a Crema, all’interno delle serate Stigmata organizzate da Max Garghentini. E non sarà un ritorno una tantum, così tanto per fare, solo per onorare un anniversario, ma questo lo vedremo. Intanto vediamo quale è stata la genesi della ripartenza.

Non ci eravamo mai del tutto persi. Negli anni ’90 per tanto tempo il gruppo è stata la nostra famiglia. E l’amore per la musica è rimasto nel sangue a tutti. Tanti progetti seguiti agli Sos ci hanno visto collaborare ed è stato quindi naturale che alla fine per questo anniversario la storia si rimettesse in moto“.

Il gruppo, riformatosi per tre quarti nella formazione originale, a fianco della voce di Marco Ferri ci sono la chitarra di Simone Trevisan e la batteria di Milly Fanzaga, esattamente come negli anni ’90, guarda lontano. Si ma si diceva del bassista. “La scelta è caduta in maniera naturale su Nicola Mazzucconi. Per il suo approccio rispettoso della nostra musica e del modo di suonare di Marco. E poi prosegue un po’ quella che era stata la vocazione degli Sos nella seconda parte della loro storia, quella di laboratorio e officina per parecchi artisti che poi hanno fatto cose disparate”.

Già, ma dicevamo di quanto la band guardi lontano, partendo da lontano. Il gancio per questo ritorno, lo abbiamo raccontato, è ventennale del loro disco Negli Occhi. Un disco storico non solo per la musica locale. Un disco che fu supportato da 174 concerti e che vendette 5 mila copie.

Lo abbiamo riregistrato completamente, stiamo terminando la registrazione delle chitarre”, prosegue Bruco, “alcuni pezzi sono rimasti fedeli a se stessi. Altri hanno mostrato un nuovo volto. In più abbiamo registrato alcuni brani nuovi ma che erano nati in quel periodo. Il disco sarà edito in vinile”. Insomma perfettamente in linea con quello che sta succedendo nel mondo della musica.

Un progetto che guarda ad oriente, “si saremo a Shanghai in Cina dal 14 al 17 ottobre per Music China, la fiera internazionale degli strumenti musicali degli accessori e dei servizi. Perché quello è l’orizzonte e quello è il futuro della musica. E da li ci piacerebbe provare a contribuire a rilanciare il rock italiano scrivendo nuovi pezzi per un disco davvero tutto nuovo”.

E per una storia che riprende dopo vent’anni venerdì sera ci sarà anche una storia che inizia. Quella delle Scaremen, band con alla voce la giovanissima Asia Pascal, “che è mia figlia” conclude fiero Marco, “perché è bello che la musica passi di generazione in generazione ed è bello che i nuovi talenti abbiano un palco e una spinta. Negli anni ’90 noi avevamo i Timoria che ci portarono sul palco più volte. Adesso tocca a noi dare una mano alle nuove leve

Emanuele Mandelli

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