C’è chi urla e chi sussurra, appunto, ma noi non ci saremo. Il 30 maggio, dalle 16.00 presso il parco Bonaldi, si tiene la terza edizione del Mayrock. Quel giorno saremo a Trezzo d’Adda a seguire il Metal Italia Festival, biglietto preso in tempi non sospetti, avremmo preferito andare al May per poterne poi parlare male. Ma visto come sono andate le prime due edizioni, si chiama May me si è sempre tenuto a giugno, qualche speranza di andare il 6 giugno alla seconda convocazione c’è.

Per il terzo anno consecutivo i rivoluzionari dell’associazione Scream affidano ai Good vibe styla il compito di essere la band principale della serata, quelli del rinnovamento e delle nuove band si affidano ancora al reggae e al fedelissimo pubblico della band cremasca… Va benissimo. Detto che a noi il reggae spacca la minchia, ma quello non è un problema. Sono vecchie reminiscenze estive giovanili, quando l’amico di turno ti faceva sentire per la trentesima volta Uprising di Bob Marley al canale Vacchelli d’estate avresti ascoltato qualsiasi cosa, dico qualsiasi, pur di togliere di mezzo la nenia in levare, infatti sulle rive del Vacchelli mi innamorai dei The Cure… altra pasta…

Altri tempi, infatti oggi trent’anni dopo… Ma vabbeh. Il resto delle band del lotto? Eccole: Carnage Hall, Kalopsia, Qza, Bracca, Ill Tofa, Talkatives, Bad Juju, Pablo in kimono. Copia incollamo da altra presentazione perché non ne conosciamo una, non è vero una la conosciamo ma non diremo quale per non fare torto a nessuno. Dicono che 7 su 8 sono cremasche. Se non lo sanno loro che hanno fatto il censimento. Ah già, avevamo promesso un pezzo approfondimento del censimento. Faremo anche quello… prima o poi.

Ci sono le associazioni anche al Mayrock, e in questo va dato plauso. Eccole: Libera contro le mafie, Fiab Cremasco, Tazebau e Bagherang. La parte di ristoro la cura il Don Stuart pub, che quest’anno è in campo anche con La Famiglia No, assieme a Il Paniere. Cosa altro possiamo aggiungere? Il festival è organizzato per ricordare un amico scomparso il 27 maggio del 2011, da qui l’idea di farlo a maggio. Si chiamava Niccolò Campi. Noi, come detto, non ci saremo. Voi andate… so bravi ragazzi. Poi al Bonaldi c’è bel fresco.

Emanuele Mandelli

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