Non si può morire per colpa di una mancata telefonata, in un giorno torrido di luglio, in una parte di Puglia, terra fantastica che profuma di vino, mare, frutta e ulivi, causa un maledetto, terribile frontale tra due treni, lanciati a oltre 100 chilometri orari viaggianti, sullo stesso binario, nella medesima direzione.
Sì perché la malapolitica italica è anche questa, vale a dire una situazione ferroviaria, provocata appunto da secoli di non politica, in certi punti, in certe zone italiche, badate bene: Crema compresa, semplicemente vergognosa con treni vecchi, maleodoranti, puzzolenti, schifosi, sempre in ritardo, quando non soppressi che stressano, fanno ammalare, rallentano ritmi. E martedì scorso 12 luglio, tra Corato e Andria, quindi tra Bari e Barletta, i cosiddetti convogli ferroviari secondari hanno pure ucciso.
La penisola italica è anche terra di paradossi: da una parte con l’alta velocità, in meno di due ore, o poco più, da Milano si è a Firenze. Dall’altra, per andare per esempio da Crema a Milano in treno, beh occorre fare il segno della croce per scongiurare ritardi e le maledizioni dei pedoni, dei ciclisti e degli automobilisti bloccati, da quello stupido, anacronistico passaggio a livello sul viale di Santa Maria, strada che meriterebbe certamente maggiori fortune.
E senza dubbio, non si meritavano una brutta fine tutte quelle persone uccise, da un sistema trasporti schifoso, in Puglia, in un giorno qualunque di questa torrida, agrodolce estate. Eroi romantici e postmoderni i pendolari pugliesi, come quelli lombardi e italiani che tutti i giorni, su treni schifosi, tra un ritardo e uno sberleffo, sognano di volare via, dove almeno un treno sia pulito, sicuro, efficiente e puntuale.
Chiedono troppo? Non so. Intanto voi politici chiedetevi perché la maggioranza degli italiani, sottoscritto compreso, non va più a votare.
Stefano Mauri