Un’estate condividevo con un caro amico un momento di piacere dato da una splendida giornata. Eravamo sdraiati su una spiaggia ionica e la brezza di mare portava un profumo che mi investiva le narici e mi diceva: ti ricordo l’infanzia.

Poi, l’amico accennò dell’arrivo lento di un venditore di anelli e collane di sua conoscenza. L’uomo si sedette con noi e gli chiesi di quale paese provenisse. Alla sua risposta, dissi il nome di un poeta nato là e aggiunsi: i poeti sono l’anima di un paese. Lui rispose: sfortunati quei paesi che hanno in esilio i loro poeti.

Benvenuto, quindi, a Giuseppe Grattacaso e bentornato fra noi. Spetterà poi a Francesco Napoli, critico letterario e a Massimo Angrisano, intimo amico di Giuseppe Grattacaso, a dire di lui e della sua poesia.

Come artista e in particolare come pittore userò brevemente la parola per produrre un’immagine che mi evoca la persona e la poesia di Grattacaso.
L’immagine viene ancora dal mare – d’altro canto il poeta è nato a Salerno. Ma, non dal suo mare, bensì quello adriatico che in certe parti della sua estensione assume l’essenza segnica più astratta di una cosa naturale. E’ l’immagine, quindi, del poeta che contempla quella linea azzurra e delle onde che lentamente vanno verso lui.

Le onde sono tutte le cose e le presenze di vita e della vita che lo attraversano. Ecco il suo sguardo entrare in relazione intima spiando e rivelando poi, sotto forma di poesia, la raccolta “Confidenze da un luogo familiare” (Campanotto Editore, 2010), per poi espandersi ulteriormente ne “La vita dei bicchieri e delle stelle” (Campanotto Editore, 2013).

Angelo Noce

(testo dell’intervento che verrà letto dall’artista cremasco Angelo Noce giovedì 21 novembre in occasione della presentazione del libro La vita dei bicchieri e delle stelle del poeta professore Giuseppe Grattacaso che  presenta in biblioteca la sua nuova raccolta di versi)

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