Short Story, la trasparenza del Partito moderatamente rivoluzionario

Short Story, la trasparenza del Partito moderatamente rivoluzionario

Il secolo che corre non può prescindere da quello che lo ha preceduto. Il compito degli storici è quello di mettere in rilievo ciò che è stato per meglio capire quanto sta accadendo. Spetta ai politici raccogliere l’insegnamento, perché sarebbe un grave errore prescindere dalla memoria”.

Un nobile pensiero, ancor più ragguardevole se pubblicamente espresso da Euclide Ieratico, intimamente combattuto dal contrasto stridente per quanto gli era capitato in sorte alla fonte battesimale e poi all’ufficio dell’anagrafe. Un nome e un cognome difficili da coniugare in una sola persona: geometra nel titolo lodevolmente acquisito presso la scuola pubblica, ma di irruenta poliedricità nello spirito, non del tutto aliena all’estetismo, che gli suggerì di promuovere e attuare la costituzione del Partito moderatamente rivoluzionario. A ben guardare, un peccato di seconda classe che attirò l’attenzione prima, il consenso poi, di quel diffuso segmento sociale perennemente occupato a speculare sulla morfologia del linguaggio.

Ben lo sapeva Euclide Ieratico che, quando infine prese la decisione di candidarsi alla carica di Sindaco, volutamente pose l’accento “tattico” sulla fondamentale importanza dell’etica, anche dietologica (da dieta), creando un momento di sbandamento tra i sostenitori propensi invece alla speculazione dialettica: “Innanzi tutto la trasparenza”.

Tacque, consapevolmente, sui fini “strategici” del programma, che poneva al centro della riflessione l’importanza dei lavori pubblici, ma con un intento moralizzatore volto ad arginare l’esasperato individualismo dilagante. Nessuno, in quel momento, colse la sintesi interiore che finalmente coniugava il pensiero tecnico del geometra con la visione prospettica e sacerdotale dell’educatore.

In nome della trasparenza e della chiarezza degli obiettivi, ribadì in ogni occasione comiziale che la città aveva bisogno di una nuova rete fognaria, ché quella esistente non reggeva più, logorata, oltre che dal tempo, anche dalle fin troppo metodiche abitudini corporali dei residenti. Sappiano dunque i cittadini dei sacrifici che li aspettano: il Partito moderatamente rivoluzionario non vende fumo ma richiederà più tasse e a voi resteranno meno soldi da dedicare alla crapula.

Gli tasserò anche il buco del culo, così cagano di meno”, disse il candidato sindaco a un suo stretto collaboratore.

A questo punto qualcuno, tra gli intimi, cominciò ad avere qualche dubbio, anche perché da parte di aziende che lavoravano per le pubbliche amministrazione cominciarono ad arrivare strani plichi riservati ed espressamente indirizzati al geometra Euclide Ieratico: “Progetto Trasparenza”.

Il fervore della campagna elettorale e la curiosità dei giornalisti alla fine portarono a galla, è il caso di dirlo, una verità sconvolgente. Però postmoderna. Il rifacimento della rete fognaria, unitamente a un nuovo arredo urbano stradale, sarebbe stato realizzato con materiali di cristallina trasparenza, di modo che la gente vedesse dove stava posando i piedi, pur senza sporcarsi. Fogne e strade di vetro!

Il professor Garavaglia, occhi brillanti, storico primario dell’istituto psichiatrico Paolo Pini di Milano, accettò il ricovero.

Beppe Cerutti

 

 

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