Leggendo le pagine de La Provincia ieri pomeriggio al bar, sono rimasto particolarmente colpito da un articolo ovviamente di cronaca del soresinese. Un articolo che capita proprio a pennello in quanto nei giorni scorsi ho avuto a che dire con un mio concittadino (ma non ditelo in giro perché in paese ci vergogniamo di lui) dalle idee cattoliche decisamente troppo estremiste.

Non so cosa potranno scatenare queste mie righe in quanto sono stati già in tanti a dirmi di non scrivere più contro il comune o contro la curia di Soresina, ma mi dispiace tanto… è più forte di me! Se qualcosa mi turba e mi infastidisce non riesco a rimanere indifferente e lasciare che tutto scorra come sempre; se posso avere una piccola opportunità per rompere le palle lo faccio volentieri.

Ma torniamo all’articolo di giornale; IL DON FURIOSO: CANDELE A SCROCCO questo il titolo delle colonne pubblicate ieri! “Sferzata del sacerdote: accendono i ceri ma non mettono i soldi”. Un interessante caso di etica-economica che va affrontato con molta delicatezza. Tecnicamente per poter accendere una candela davanti ad un altare di una chiesa, l’offerta sarebbe libera: quindi io posso mettere nella cassetta anche solo un centesimo che sono sicuro che nessun santo si offenda.

La dura esternazione del parroco fa capire che c’è crisi anche tra i fedeli e la curia, ed è qui che scatta il forte contrasto tra etica, economia e anche religione. Tecnicamente la chiesa dovrebbe essere un luogo di culto dove i fedeli si possono riunire per le funzioni religiose e per condividere la propria fede. Ma quando i “ministri di Dio” si lamentano perché chi frequenta questi luoghi sacri non riempie abbastanza le cassette delle offerte, sembra di avere a che fare con una vera e propria società a scopo di lucro… una banca più o meno.

Lo so che non sto dicendo nulla di nuovo, ma mi ha colpito molto il comportamento del parroco, simile a quelli dei bambini che pestano i piedi quando i genitori non gli danno la paghetta per poter comperarsi le caramelle. Ci sarebbero stati tanti altri modi per poter affrontare la situazione: ad esempio mettere in chiesa le candele elettriche che si accendono solo con le monete da 50 centesimi o un euro, oppure direttamente le candele Magneti Marelli da 6,50 euro l’una che si cambiano una volta ogni 20 mila chilometri e che sono una bomba.

Insomma, secondo voi, chi ha ragione tra la chiesa che fa i conti in tasca ai credenti e questi ultimi? Io più di tanto non mi voglio sbilanciare in quanto sono non credente e non praticante, siate voi a esprimere un vostro parere.

Pier Solzi

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