Bordo scrive al presidente della Provincia Viola: “fermare subito la distruzione del Pianalto della Melotta”

Bordo scrive al presidente della Provincia Viola: “fermare subito la distruzione del Pianalto della Melotta”

«La recente pronuncia del Consiglio di Stato a favore dell’iniziale ricorso di quattro Associazioni ambientaliste (FAI, Italia nostra, Lega ambiente e WWF), di concerto con il Comune di Romanengo, in merito ai geositi localizzati nella Provincia di Cremona, segna un passo importante per la giurisprudenza di settore, confermando la preminenza dei valori paesaggistici su altre considerazioni nel caso di specie aleatorie, rimette ordine nella materia e dichiara illegittimi sia il PTCP Variante Geositi che il Piano Cave della Provincia di Cremona»: così si apre una lettera che Franco Bordo, Deputato di Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista, ha indirizzato a Davide Viola, Presidente della Provincia di Cremona.
«Come è noto, “La decisione del ricorso straordinario è adottata con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministero competente, conforme al parere del Consiglio di Stato”. Da interlocuzioni da me attivate con i competenti Uffici della Presidenza della Repubblica è emerso come la bozza di decreto decisorio non risulti ancora prevenuta dal Ministero di competenza. Al che, recentemente, mi sono rivolto presso il Ministero Infrastrutture e Trasporti per conoscere lo stato dell’iter procedurale inerente l’atto di cui in oggetto e comprendere la tempistica della sua conclusione; sono in attesa di risposta», prosegue il parlamentare.

«Purtuttavia, in mancanza della decretazione del Presidente della Repubblica per rendere efficace a tutti gli effetti il pronunciamento dei massimi magistrati amministrativi, attualmente proseguono le escavazioni in zona tutelata (imprudentemente autorizzate a suo tempo dalla Provincia di Cremona) che causano ulteriore e irreparabile danno ambientale e paesaggistico», si avvia a concludere Bordo. «Le scrivo, allora, Presidente, in presenza di tale sentenza e nelle more dell’emanazione del decreto presidenziale, per invitarLa a intervenire per fermare il degrado ambientale e paesaggistico in atto e che si protrae in questo frattempo con la continua escavazione in zone protette e paesaggisticamente non riparabili, sospendendo le disposizioni previste nel PTCP e nel Piano Cave».

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