Con Manuel Gimari ha fatto rinascere il “Remolino”, per Cristian Veltre la cucina è Amore

Con Manuel Gimari ha fatto rinascere il “Remolino”, per Cristian Veltre la cucina è Amore

Cosa succede se mixiamo, o meglio… che accade allorquando mettiamo insieme: un grande chef appassionatamente casertano, del calibro del professor (è insegnante di Enogastronomia, forgiatosi all’Istituto Alberghiero di Caserta) Cristian Veltre, e un oste, anzi, l’Oste Dandy d’Italia Manuel Gimari?

Beh escono fuochi d’artificio che incantano e non stancano, soprattutto da quest’unione di Eccellenze è rinato Il Remolino, ristorante che illumina in quel di Casaletto Ceredano (via Al Porto 19). Particolare non indifferente: ho avuto il piacere di degustare, cucinato dal professor Cristian, uno spettacolare piatto di ‘Paccheri al sugo di Polpo con Datterini gialli e rossi confit e stracciatella di bufalo. Ebbene: confesso che, emozionandomi ho goduto. Chapeau, degustate, per credere. Ah… con lo Chef del ‘Remolino’, volentieri abbiamo scambiato due chiacchiere…

Cosa rappresenta per te cucinare?

E’ amore, è passione per ciò che faccio tutti i giorni, è la mia vita. Quando gli impegni di lavoro me lo consentono vado per ristorati e purtroppo non trovo, sempre, nei piatti che assaggio, amore per ciò che si fa.

Da piccolo sognavi di diventare chef?

Sì, ma ho faticato assai: i miei mi volevano insegnante.

Come sei finito nel Granducato del Tortello, precisamente in terre cremasche?

Dopo aver lavorato nelle cucine di Campania e Toscana, le cose della vita mi hanno portato a collaborare con la storica ‘Osteria de l’Umbreleér’ a Cicognolo, nella Bassa Cremonese. Poi sono arrivato a Casaletto Ceredano e ora, con Manuel, vado, andiamo alla grandissima, ci diamo fiducia e seguo, con la mia affiatata brigata, tutta la cucina, occupandomi a 360 gradi di tutto.

Hai un idolo nel tuo ambiente?

Antonino Cannavvacciuolo.

I vari Talent Show gastronomici giovano alla vostra causa?

Non si diventa cuoco o chef perché vinci o partecipi a un programma del genere. La cucina non è quella roba lì, quelli televisivi sono format. Cucinare è sacrificio, occorre fare la classica gavetta, servono studio, pratica e lavoro.

Il piatto che cucineresti sempre?

Spaghettoni ai datterini gialli e rossi con clorofilla di basilico.

La tecnologia vi aiuta dietro ai fornelli?

Sì, ma ribadisco: senza cuore la tecnica non serve.

Il tuo sogno nel cassetto?

Allora quando vedo la gente al ‘Remolino’ alzarsi soddisfatta e felice, dopo aver mangiato, sogno a occhi aperti. Ammetto tuttavia che mi piacerebbe ricevere, un giorno, un riconoscimento, un premio per il mio lavoro.

Tu e Manuel proponete un menù che comprende pesce, carne e proposte vegetariane. E’ più facile preparare portate di mare o di terra?

Nulla è scontato in cucina, ma se ci metti amore, le cose si semplificano…

stefano mauri

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