Scettici e lungimiranti, proprie su queste Sussurcolonne virtuali, beh l’avevamo detto in netto anticipo che l’effetto boomerang dell’Expo, in quel di Crema, non si sarebbe avvertito affatto. Ciò detto, l’iniziativa Extraordinary Crema merita comunque un applauso alle intenzioni, ma la mission globale, o i contenuti che dir si voglia, del format sono totalmente sbagliati: conta e contava, per far conoscere imprese e opere del territorio sperando così in un eventuale effetto traino post manifestazione, portare il maggior numero possibile, per il maggior tempo possibile … di Crema ( e Cremasco) all’Expo e non viceversa.

Smettiamo di pensare che il Granducato del Tortello sia l’ombelico del mondo, semplicemente viviamo in una bella, nonostante la drastica recessione, cittadina lombarda, una delle tante, non l’unica. Ecco perché urge iniziare a far sistema sul Serio. Non si campa più di solo Tortello, ma al pantagruelico piatto vanno affiancate le varie risorse imprenditoriali (cosmesi), artistiche (il museo va rilanciato) e artigianali (il museo dell’organo prende esempio da quello del Violino cremonese) del comprensorio.

Pensavate davvero che spacciare per straordinario un tramonto torrido, tra tafani, nutrie e zanzare, della Bassa Cremasca poteva attrarre gente in città, alla faccia del caos stradale e dei treni inesistenti, dall’Expo? E perché Eccellenze del calibro di Roberta Schira (le sue Shiriadi sono da Oscar), Beppe Severgnini, Beppe Riboli, Giovanni Bassi, Luca Bandirali, Lucio Fabbri, Pietro Valsecchi, Delfina Piana e Anna Maini (tanto per fare alcuni nomi) non sono stati coinvolti nel progetto (buona la volontà, ma pessimi i contenuti) Extraordinary Crema? Dulcis in fundo cosa ha lasciato in eredità, la ruota panoramica installata tra maggio e giugno in piazza Garibaldi?

Stefano Mauri

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