Gian Paolo Degnoni, “La chiusura dell’Olivetti? Ko devastante forse sottovalutato”

Gian Paolo Degnoni, “La chiusura dell’Olivetti? Ko devastante forse sottovalutato”

Ex sindaco di Capergnanica dal 1980 al 1995 e soprattutto, membro propositivo e pensante della (defunta) Democrazia Cristiana (nostrana) che fu, Gian Paolo Degnoni, abbandonata da (tanti) anni la politica attiva è comunque un attento osservatore dell’attualità nostrana. Con lui abbiamo scambiato quattro chiacchiere.

Molti politici dei tuoi tempi sono tuttora in auge, tu invece sei uscito di scena. Non hai nostalgia della politica?

Si è vero, molti politici di quel periodo hanno proseguito il loro percorso, qualcuno ha fatto della politica un mestiere, ma non è questo il modo di vedere e praticare la politica. Ciò detto, si, la politica quella vera, quella dedicata alle persone e all’interesse comune mi manca.

E la Democrazia Cristiana manca più a te o più all’Italia?

La Dc, quella che fu vera protagonista della crescita politica, sociale ed economica del Dopoguerra italiano, quella che garantì la pace mondiale quando le due superpotenze dell’epoca, vale a dire l’ex Urss e gli Stati Uniti si fronteggiavano con la Guerra Fredda, beh manca a molti.

Era più facile fare il sindaco ai tuoi tempi perché giravano più soldi. Concordi con quest’affermazione?

Forse ai miei tempi avevamo per così dire uno spazio di manovra più ampio, ma i vincoli valevano pure per noi primi cittadini a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Ora tutto dipende dai cosiddetti patti di stabilità formulati dal governo, ma questo non significa amministrare, semplicemente si chiede ai vari sindaci di fare i contabili.

E’ davvero così sbagliato pensare che il cosiddetto declino economico cremasco sia iniziato con la chiusura dell’Olivetti?

Senza dubbio Crema e il Cremasco, con la chiusura dell’Olivetti hanno subito un Ko devastante. Mah, parlare adesso è facile, ma forse le forze politiche e sindacali di quei tempi, quantomeno chi aveva voce in capitolo, ecco non colsero appieno la vera portata di quella pesantissima, grave chiusura, così come non compresero che, da allora in avanti, il mercato del lavoro non sarebbe più stato lo stesso. Oggi il Cremasco è allo sbaraglio e il quadro globale sembra una vasta area dormitorio priva di un progetto concreto vitale proiettato nel futuro.

Per un certo periodo hai bazzicato l’entourage politico del professor Vittorio Sgarbi. Com’è il professore visto da vicino?

Ho cercato con Sgarbi, negli anni, di riprendere il rapporto con la politica, ma onestamente la mia non si è rivelata una scelta positiva, ma sbagliamo tutti nella vita.

Qual è stato il politico cremasco migliore?

Vi sono stati buoni politici nel passato, alcuni erano della Dc.

Dinanzi a un progetto serio e nuovo non ti intrigherebbe tornare a fare politica?

Servirebbero personaggi capaci, carismatici, in grado di produrre una mission che stravolga positivamente, ridandogli respiro, Crema e hinterlend. Chissà, magari se tali presupposti si presenteranno …  

Per ridurre costi e oneri: accorpare comuni di dimensioni non grandissime, penso ad esempio alla tua Capergnanica con Chieve e Casaletto Ceredano, non potrebbe essere una soluzione?

Non credo poiché i piccoli comuni sono parsimoniosi per natura e tagliare quattro sindaci o ridurre il numero di assessori e consiglieri servirebbe a poco.

Stefano Mauri

 

 

 

 

 

 

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