Il Vinitaly bestiale della Cantina Caleffi: da Spineda alla conquista del Mondo tra innovazione, mediaticità e sostenibilità

Il Vinitaly bestiale della Cantina Caleffi: da Spineda alla conquista del Mondo tra innovazione, mediaticità e sostenibilità

Sì, senza dubbio, … incastonata in una lingua di terra tra le province di Mantova e Cremona, tra i nuclei architettonici rinascimentali patrimonio dell’Unesco delle terre dei Gonzaga, la Cantina Caleffi, appassionatamente cremonese, eleva con stile, purezza espressiva e una filosofia produttiva biodinamica un terroir che dà vita alle uve di Malvasia di Candia, Lambrusco e Cabernet Sauvignon. Una tiratura limitata di vini dal carattere autentico: 36mila bottiglie per coniugare i saperi tramandati da generazioni con le idee e visioni di un nuovo modello di business sostenibile. Ridefinire i codici della wine hospitality: è questa la visione che sta portando Cantina Caleffi ad affermarsi come nuova maison d’eccellenza nel panorama enologico italiano, raccogliendo prestigiosi riconoscimenti dagli esperti di settore. In effetti: “Il tratto distintivo di un’esperienza affascinante e aspirazionale risiede nell’armonia tra i più alti standard di qualità, eleganza e innovazione”, esordisce Mattia Caleffi, interprete e guida di questo percorso. Il tutto però rispettando i canoni dell‘agricoltura sostenibile. Dopo essere stati a marzo negli Stati Uniti, per il tour con lo Slow Wine, Davide, Emanuele e Mattia Caleffi, in quel di Verona, al Vinitaly hanno vissuto giorni intensi portando a casa tanti contatti importanti, compreso un viaggio, ovviamente di lavoro, nell’intrigante Oman. E poi, sempre per seguire mercati e clienti, tour in Costa Azzurra. Insomma: da Spineda al centro del mondo, il passo della Cantina Caleffi si sta rilevando ponderato, attento, pragmatico e ricco di soddisfazioni. Del resto, non si arriva a essere riconosciuti, da Forbes Italia, tra le 100 migliori imprese 2024, per caso, no? Ah … gli esperti di Forbes, quale punto di forza dell’azienda vinicola cremonese, hanno sottolineato quanto segue: “La costante ricerca e l’affinamento delle tecniche di vinificazione, l’accurata selezione delle uve e la delicatezza nel preservarne le caratteristiche intrinseche sono volte ad ottenere l’eccellenza in ogni calice. Una menzione distintiva va ad un’etichetta esclusiva che fonde in sé armonia, complessità e autenticità: Evvéa. Dal vitigno derivante dall’ Antica Grecia, nasce una Malvasia di Candia macerata, realizzata mediante una vendemmia scalare a tre stadi e prodotta in tiratura limitata; un vino caldo, morbido, dall’equilibrio ricercato”. Non bisogna poi dimenticare, la politica mediatica: moderna, leggera, frizzante, social, accattivante, griffata da Mattia Caleffi, figlio di Davide e nipote di Emanuele, sempre sul pezzo.  

stefano mauri

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