Cristina Inganni, l’anima creativa della Cantina Cantrina e il sogno che continua

Cristina Inganni, l’anima creativa della Cantina Cantrina e il sogno che continua

I vini della cantina Cantrina, (www.cantrina.it), ecco prodotti, o meglio ottenuti secondo un … “libero esercizio di stile”, indubbiamente sono “bottiglie” non banali, tutte, che sì… regalano emozioni che avvolgono e sanno ancora emozionare. Merito di Crtistina Inganni, anima creativa artistica e del tecnico enologo Diego Lavo, autentiche colonne portanti della realtà enologica bresciana fondata, anni fa, dal fondatore Dario Dattoli intraprendente, vulcanico personaggio innamorato del vino, purtroppo prematuramente scomparso nel 1998. Ma il suo sogno appunto continua grazie a Cristina e Diego, così come proprio attraverso il loro impegno, i vini Made in Cantrina continuano a stupire colorando il cuore. Con la signora Inganni, artista dall’animo sensibile, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere tra un gradito assaggio e l’altro.

Come si prospetta l’annata 2017 enologicamente parlando?

Diciamo che la stagione è stata tribolata, meteorologicamente parlando, ma siamo fiduciosi e continuiamo a lavorare secondo i nostri consolidati copioni tanto in vigna, quanto in cantina.

Il vostro famoso … “libero esercizio di stile”…

Sì operiamo, con passione e appassionati, liberi da preconcetti e condizionamenti, nel pieno rispetto della natura e del tipico territorio bresciano (la Valtènesi) che ospita noi con le nostre vigne.

La genesi della vostra azienda vitivinicola era fortemente legata alla volontà di coltivare Pinot Nero e produrre tali vini…

Sì poi in corso d’opera abbiamo cambiato direzione e ci siamo concentrati su vitigni autoctoni o comunque della zona, ma restiamo agricoltori artigiani e ci mettiamo quotidianamente in discussione. Ah… vinificato in rosato, nel nostro Rosanoire, il Pinot Nero continuiamo tuttavia a …lavorarlo.

Il sogno professionale nel cassetto?

Mah che dalla Doc Valtènesi escano rossi ottenuti esclusivamente o quantomeno principalmente da uve Groppello, un’uva questa che rappresenta davvero un patrimonio da salvaguardare e promuovere. Il nostro Valtènesi Doc è espressione esclusiva di Groppello. Sarebbe inoltre interessante se il Lago di Garda venisse identificato in un’unica macro zona geografica, non come avviene oggi con tre regioni che praticamente se lo dividono. No?

Siete stati tra i primi ad aderire alla Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi), associazione a cui tutt’oggi appartenete…

Stiamo raggiungendo obiettivi importantissimi remando uniti e insieme sotto i principi che animano la Fivi. Sì siamo soddisfatti di quanto fatto a livello di movimento per tutelare il nostro mondo agricolo. E faremo altrettanto bene in futuro.

Stefano Mauri

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