Il Corriere della Sera lo descriveva così:
All’ inizio degli anni ’ 30 un eccentrico mezzo di trasporto si aggirava per Milano: era un’ avveniristica libreria viaggiante, progettata per l’ editore Rizzoli. L’ artefice del progetto, Mario Stroppa, negli ambienti accademici era noto come Marius. E «Marius», appunto, si intitola il libro appena pubblicato per volontà dell’ amministrazione comunale di Pandino (Cremona), suo paese natale, per ricordare la vita e l’ opera di un genio a cui la notorietà, purtroppo, non ha sorriso. I suoi compaesani lo chiamavano «Mariomacchina», irridendo un po’ il suo estro creativo, come spesso accade agli uomini di genio. Classe 1880, nipote del famoso scenografo della Scala Antonio Rovescalli, Mario Stroppa fu fin da giovane un brillante autodidatta. Sedicenne, frequentò il corso triennale della scuola superiore d’ arte applicata alle industrie del Castello Sforzesco.
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Adesso su Facebook è nata la pagina ufficiale del Comitato “Marius Genio e Macchina” istituito il 4 luglio 2014 per valorizzare le opere di Marius Stroppa. Il 18 ottobre a Pandino inaugura la mostra che lo ricorda.
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